IROHA - Associazione Nazionale per lo scambio culturale fra Italia e Giappone: Edo kiriko
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Edo Kiriko

Kiriko è il nome giapponese del vetro intagliato. Fra i kiriko più conosciuti ci sono Edo kiriko e Satsuma kiriko (kiriko di Kagoshima: la provincia all'estremo sud dell'isola Kyûshû). Questa è la storia di Edo kiriko, uno dei tipi di artigianato tradizionale più importanti di Tokyo.

La storia

L'origine di Edo kiriko risale al 1834 quando Kagaya Kyûbê, un grossista di oggetti di vetro soffiato di Edo, cominciò a incidere disegni sul vetro con la polvere di smeriglio. Allora i disegni erano molto influenzati da quelli sugli oggetti di vetro occidentali.

Nel 1873 il governo dell'imperatore Meiji costruì la Shinagawa Kôgyôsha Glass Industry, una fabbrica statale per produrre cristalli secondo i metodi più avanzati. Nel 1881 vi fu invitato Emanuele Hoaptman, un ingegniere inglese, per insegnare la tecnica moderna agli artigiani giapponesi: in seguito a questi due avvenimenti, l'arte dell'intaglio su vetro si diffuse e si sviluppò anche in Giappone.

Dal periodo Taishô (1912-1926) fino a prima della seconda guerra mondiale - l'epoca del cosiddetto "modernismo Taishô" - furono realizzati oggetti di molti tipi, dalle stoviglie alle lampade. Oggi alcuni di questo prodotti vengono chiamati "il vetro giapponese". Grazie al miglioramento dei materiali e delle tecniche di lavorazione, il cristallo Edo kiriko ebbe fin da subito grande successo.

Anche l'industria del vetro risentì pesantemente delle distruzioni e degli effetti della seconda guerra mondiale e rischiò addirittura di scomparire. Ma per far fronte alle commesse dell'esercito americano in Giappone, la Hoya Glass, una fabbrica che produceva le lenti, cominciò a produrre cristalli e stoviglie in vetro intagliato assumendo gli artigiani di kiriko. Successivamente iniziò anche l'esportazione di lampadari di cristallo e lo sviluppo economico interno del Giappone contribuì al risollevamento del settore: i giapponesi iniziarono ad adottare uno stile di vita occidentale e crebbe sempre di più la richiesta di articoli occidentali, fra cui le stoviglie in vetro e la cristalleria. Però le grandi industrie svilupparono metodi per la produzione automatica e in serie, e dall'estero arrivarono prodotti economici: la lavorazione artigianale cominciò ad avere difficoltà a causa di questa concorrenza.

Fra gli anni '70 e '80 il governo cominciò a promuovere l'artigianato tradizionale e le industrie locali, ed Edo kiriko è stato dichiarato prodotto artigianale tradizionale di Tokyo. L'impegno per far conoscere e per promuovere Edo kiriko continua ancora oggi. Gli artigiani e i laboratori hanno ormai trasformato la propria attività: oltre a vendere nel proprio negozio, partecipano alle fiere, si sono dotati di siti per la vendita attraverso internet, collaborano con altri settori e con designers, e insegnano ai giovani questa arte affascinante.

Tre tipici motivi decorativi: sasanoha, shippô, kikukagome.

Al giorno d'oggi: Shimizu Glass

Shimizu Glass (Katsuhika-ku, Tokyo) è una delle aziende che tramandano la tradizione degli artigiani di Edo: abbiamo intervisitato la presidente, Michiyo Shimizu:

«La storia della nostra fabbrica risale all'anno XII di Taishô (1923) quando mio nonno, Naojirô Shimizu, iniziò la propria attività nel quartiere di Fukagawa di Tokyo (Kikugawa-chô, Kôtô-ku, Tokyo). Dopo alcuni anni si trasferì con sua moglie, Shizue, a Katsushika-ku seguendo lo spostamento della fabbirca di vetro dove lavorava come artigiano a contratto in esclusiva.

Dopo la seconda guerra mondiale, quando Hoya Glass cominciò a produrre stoviglie per l'esercito americano, assunse Naojirô come incisore. Nell'anno XXIII di Shôwa (1948) mio nonno si stabilì nella sede attuale. Da allora fino a circa 3 anni fa, quando Hoya è uscita dal settore del cristallo, abbiamo sempre collaborato con loro.

Nojirô era un allievo diretto di Imamura Jinnosuke, uno degli artigiani che hanno lavorato sotto la guida di Emanuele Hoaptman. Molte fabbriche di Kiriko d'oggi proseguono la tradizione di qualcuno di questi 10 artigiani, e ognuna ha le sue caratteristiche. Noi, cha eravamo un fornitore di Hoya, siamo classificati una della fabbriche migliori. Per sfruttare al meglio la nostra capacità e la nostra esperienza creiamo oggetti originali o su ordinazione».

«Una delle caratteristiche di Edo kiriko è che lo strato di colore è molto sottile, per cui è possibile incidere disegni piccoli ed elaborati. Satsusma kiriko, invece, è caratterizzato da uno strato di colore più spesso che permette di fare incisioni più profonde, con sfumature di colore.

La lavorazione dell'incisione comincia con la fase (atari) di tracciare le linee-base dei disegni sul vetro (arakezuri), che poi vengono incise con la molatrice. Poi con il disco più piccolo della molatrice si incidono i particolari, direttamente, senza segni, basandosi unicamente sull'esperienza degli artigiani. Finita l'incisione si levigano e si lucidano gli oggetti per rendere il vetro trasparente. Alla fine si lavano per togliere i granelli residui e la polvere per la lucidatura».

«L'incisione sembra facile: ma per esempio, per fare una curva la fine dell'incisione deve tornare esattamente al punto di partenza, ed è molto difficile. Molto spesso utilizziamo i motivi decorativi dei kimono, come Edo komon.

Per incidere i motivi piccoli come kagome ci vogliono una tecnica raffinata e tanta esperienza. All'epoca di Edo incidevano con lo scalpello. Oggi si usa la molatrice con disco diamantato. Fino ad alcuni anni fa invece si usavano dischi di ferro e la polvere di smeriglio con l'acqua. Si cambiava la grandezza della granella a seconda del disegno da incidere. Poiché gli artigiani producevano anche gli arnesi e gli attrezzi che usavano, credo che fossero più bravi per il lavoro a mano. Quando io ero piccola gli artigiani battevano i loro scalpelli a caldo per dargli la forma che volevano. La polvere di smeriglio si consumava usandola tante volte: anche d'inverno gli artigiani la setacciavano e la lavavano con l'acqua. Il direttore della nostra fabbrica è un artigiano che ha vissuto quei tempi».

Dentro la fabbrica di Shimizu Glass sono conservati i dischi di ferro che si usavano una volta. Appesa al soffitto è rimasta anche una ruota che faceva girare i dischi con cinghie di trasmissione. Prima, a seconda del lavoro che dovevano fare, gli artigiani si spostavano fra i banchi dove ogni disco era fissato. Adesso stanno seduti al loro banco e cambiano i dischi facilmente. Anche se i dischi con diamante sono molto costosi!

Una ragazza sta eseguendo waritsuke, la prima fase della lavorazione. Lavora qui da 5 anni. Ci sono anche altri lavoratori giovani: Katsushika-ku promuove l'artigianato locale finanziando le aziende che assumono i giovani.

Il signor Mita, direttore della fabbrica, fa questo mestiere da 60 anni. È riconosciuto come uno dei migliori artigiani tradizionali di Katsushika-ku. Nella sue mani il bicchiere sembra vivo e scivola sul disco con perfetta precisione. E lui non guarda le linee segnate sull'esterno del bicchiere ma lo guarda dall'interno. È una magia!

Gli ho chiesto cosa pensa dei giovani artigiani:
«Se noi gli raccontiamo quanto era faticoso il lavoro di una volta, loro si annoiano e perdono la passione. Importante, sia allora che oggi, è mantenere viva la passione per realizzare oggetti sempre migliori».

La presidente Shimizu spiega che gli artigiani anziani arrivano prima tutte le mattine. Dice:
«Le fabbirche di vetro intagliato si svilupparono principalmente nelle zone O'shima e Kameido di Kôtô-ku. Ma adesso a causa dell'inquinamento e del costo dei terreni si stanno trasferendo fuori Tokyo. Anche gli artigiani stanno diminuendo, ci sono pochi giovani».

A Katsushika-ku ci sono vari tipi di artigiani e si è formata un'associazione dell'artigianato tradizionale. Hanno anche un negozio dove vendono i loro prodotti direttamente. Visto che Shimizu Glass vi ha uno spazio, la presidente ci va un paio di volte al mese come commessa.

Al giorno d'oggi anche gli artigiani devono avere idee moderne e la capacità di metterle in pratica. Speriamo con tutto il cuore che queste tecniche preziose di Edo kiriko si tramandino per sempre!

 

Satsuma kiriko: un altro tipo di kiriko che nacque a Satsuma (oggi provincia di Kagoshima) sempre all'epoca di Edo, promosso da Shimazu Nariakira, feudatario di Satsuma. In seguito alla rivolta contro l'imperatore Meiji Satsuma kiriko è scomparso.

Edo komon: un tipo di kimono con motivi decorativi ripetuti su tutto il tessuto, a volte formati da disegni minuscoli. Sono fatti a stampa. Gli artigiani facevano a gara a realizzare disegni sempre più piccoli.

Testo © IROHA 2009

Sito ufficiale di Shimizu Glass Inc. http://www2u.biglobe.ne.jp/~kirikoya/top.htm

Sito della Tokyo Cut Glass Industries Association: http://k-densan.hp.infoseek.co.jp

 

 

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